Da quando ho aperto questo blog ho pubblicato molti guest post perchè credo nella condivisione di idee e nella collaborazione: penso siano i due valori fondamentali del web, poi se ci aggiungiamo che questo blog è molto visualizzato e condiviso nei social ed integra alla perfezione la piattaforma social Google+ abbiamo un mix molto efficace.
Buona lettura
La matrice spezzata, che
non è il romanzo di Bruce Sterling, ma più semplicemente un modo
per mettere un punto fermo su alcuni sistemi di guadagno o cosiddetti
tali ed il network marketing.
Premessa:
può darsi che quello che leggerai ti dia fastidio. Buon segno, vuol
dire che c'è qualcosa che devi mettere in discussione dentro di te.
Prendo
spunto da una mail ricevuta questa mattina, da Marco Lutzu, esperto
di copywriting, che centra un punto che mi ronza in testa spesso, ma
come una mosca è difficile da acchiappare.
Ad
un certo punto, parlando delle sirene di Ulisse, usa un titolo
ironicamente per far riflettere :
““Scopri
come effettuare un trapianto di cuore e salvare la vita ai tuoi
cari, senza bisogno di passare per la facoltà di medicina anche se svieni
alla sola vista del sangue” “
cari, senza bisogno di passare per la facoltà di medicina anche se svieni
alla sola vista del sangue” “
Al
di fuori della genialità nel dipingere l'immagine, questo titolo
tocca quel tasto che fa pensare ad una prosperità, spesso solo
temporanea ma senza sforzo.
Fa
pensare a tanti “sistemi di guadagno” basati sulle “matrici”,
che con il network marketing, diciamocelo una volta per tutte, non
c'entrano una beneamata mazza.
Un
sistema a “matrice” (in questo momento spuntano come la
gramigna) è semplicemente l'ennesimo tentativo di spostare la
responsabilità di un lavoro, di uno sforzo portato avanti nel tempo,
di una missione personale, ad un “sistema automatico”. Tu metti i
soldi, al resto pensa la matrice.
Il
grande e grave malinteso consiste nel pensare che “automatico”
conceda “assenza di responsabilità” di chi governa e di chi
partecipa alla famosa matrice, come se la matrice non fosse fatta
alla fine di individui che aprono il portafogli e coinvolgono amici e
parenti.
Cioè
il famoso network di conoscenze.
Una
rendita automatica, per intenderci, è quella di una lavanderia a
gettoni. Faccio un investimento, acquisto delle lavatrici, le persone
che hanno un bisogno usufruiscono del mio servizio senza una mia
partecipazione diretta e continua.
Ergo
la rendita è automatizzata, nel senso che la mia presenza, la mia
energia, il mio tempo non sono una condizione indispensabile per
ottenere il risultato (guadagno), che avviene automaticamente ogni
volta che qualcuno ha bisogno e riceve il mio servizio/prodotto.
Perché
ho investito del danaro, per creare un sistema che lavora per me,
questo è vero.
Al
centro di questo sistema però, esiste un consumatore, un cliente che
ha un esigenza che viene soddisfatta da un prodotto che io ho avuto
la capacità imprenditoriale di portare sul mercato e mettere a sua
disposizione.
Niente
a che vedere con tavole, matrici, e roba simile, nelle quali
l'automatismo è diventato il motore e il fine, andando però a
soddisfare un'esigenza che di per sé non è soddisfabile, almeno in
questo universo e secondo le leggi della fisica che lo governano nel
2015:
l'esigenza
di guadagnare, senza dover svolgere un lavoro e soprattutto senza
portare un prodotto o un servizio sul mercato a qualcuno disposto ad
acquistarlo.
In
questo universo per ottenere un risultato è necessario svolgere un
lavoro: se voglio salire al piano superiore uso i miei muscoli
(l'energia proviene dal cibo che ho acquistato per nutrirmi) o
l'ascensore (compro l'energia elettrica che attraverso un sistema
ascensore svolgerà un lavoro per farlo muovere); posso anche pagare
qualcuno (che avrà comprato cibo per nutrirsi e avere l'energia per
portarmi) perché mi ci porti in braccio, ma qualcuno o qualcosa quel
lavoro lo dovrà fare. Il teletrasporto non è un'opzione, perlomeno
al momento attuale.
Nel
network marketing, qualcuno da qualche parte della filiera deve fare
un tipo di lavoro che dà fastidio a tanti aspiranti networkers: deve
vendere un prodotto. Magari in modo automatizzato.
Ma
deve venderlo (marketing). A qualcuno (network). In cambio di danaro
(guadagno). E preferibilmente, a qualcuno che ne ha bisogno (etica).
Qui
casca l'asino.
Il
lavoro che richiedono i “sistemi automatici” non è molto
diverso da quello che noi facciamo quando partecipiamo alla
diffusione della solita influenza stagionale: siamo in mezzo agli
altri, starnutiamo, e volontariamente (se siamo un po' fetenti) o
involontariamente contagiamo chi ci è accanto, che a sua volta farà
lo stesso.
“Parla
con gli amici, diffondi il sistema e sei a posto.”
Sei
diventato un cartellone pubblicitario, sei un uomo sandwich, sei un
portatore di virus, te ne accorgi? Non sei una persona.
Questo
non è network marketing.
Questo
semplicemente accade perché siamo interconnessi e l'informazione
circola, esattamente come accade di prendere un virus in rete, perché
apri una mail infestata che è partita dal pc di tua cognata.
Ma
tu e tua cognata non state facendo network marketing, siete
semplicemente parte di una rete di relazioni tra persone.
I
sistemi cosiddetti a matrice, (adesso va di moda chiamarle tavole) si
fondano sulla diffusione di un'idea, esattamente con lo stesso
meccanismo con cui un'epidemia si sviluppa con la diffusione di un
virus.
Il
punto centrale e drammatico, è che al centro del sistema non esiste
più la soddisfazione di un bisogno con un prodotto (marketing).
Attenzione!
Non ho detto che non avvenga uno scambio commerciale. Semplicemente
lo scambio non è lineare.
Per
comprendere ciò che dico, immagina questo: se tu entri in una di
queste tavole, paghi e dopo 12 secondi per qualche motivo un'autorità
mette un blocco amministrativo per verifiche e controlli, hai
qualcosa in mano?
Se
la risposta è sì, allora siamo a posto.
Se
io vado a comprare un paio di pantaloni e dopo 10 secondi il negozio
chiude, io ho i pantaloni che mi servivano, mi dispiace che non potrò
più comprare in quel negozio, la marca mi piaceva, la commessa era
carina, ma io ho avuto in cambio del mio denaro ciò che volevo
acquistare.
Se
la tua attività non rispetta questo modello, è molto probabile che
sia a rischio, oltre che essere fuffa.
In
questo tipo di sistemi a matrice, gli individui diventano portatori
di un virus che si chiama “irresponsabilità”, credendo di
esserne immunizzati perché il sistema è “automatico”. E invece
sono contagiati proprio perché quel sistema si proclama “automatico”
sollevandoli dalla responsabilità di pensare davvero a cosa stanno
facendo.
Alberto
Vercellotti
p.s.:
anch'io qualche volta ci sono caduto, non esistono santi su questa
terra. ;)
p.p.s.s.
Se vuoi approfondire l'argomento leggi “Il gene egoista” di
Richard Dawkins, un biologo che ha coniato il termine “meme” che
in fondo è proprio ciò di cui abbiamo parlato oggi: un “meme” è
un'idea che si replica nelle menti delle persone con un “contagio
comunicativo”.
Alberto
Vercellotti, 51 anni senza mai smettere di cercare, networker per
passione, dopo molti anni ha capito l'importanza di mettere a tutti i
costi al centro le persone, non il business. Crede che il network
marketing sia un (possibile) strumento, non il fine. Crede che alla
fine quello che conta veramente sia lasciare quando ce ne andremo, un
mondo un poco migliore di come l'abbiamo trovato. Crede che la
bussola sia più importante della barca. Crede che dove vuoi andare e
con chi ci andrai è l'unica cosa che importa.
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