Negli Stati Uniti cioè è una pratica ormai consolidata quella di utilizzare le informazioni che vengono riportate all’interno dei profili dei social network al fine di individuare dei potenziali cattivi pagatori, per i quali diventa difficile poi ottenere un qualsiasi tipo di prestito. Le nuove società, infatti, misurano in questo modo il rischio di credito.
Ecco quindi quali sono le tecniche che vengono utilizzate. La società Lenddo, ad esempio, attribuisce l’affidabilità creditizia al un cliente sulla base di quella riscontrabile nei contatti e nelle amicizie di questo ultimi. Se un cliente ha amici cattivi pagatori, cioè, viene purtroppo considerato un soggetto a rischio.
Un’altra società di San Francisco, invece, la LenUp, concede il credito solo dopo aver controllato il numero di follower su Twitter. L’interazione sui social network viene considerata però positiva per la stabilità economica del richiedente.
Anche LinkedIn viene utilizzato da questo società per determinare l’affidabilità creditizia di un cliente. Se il profilo e il network professionale del richiedente sono adeguati, sarà più facile ottenere un prestito, perché si sarà ritenuti in grado anche di rimborsarlo.
Sei un cattivo pagatore? Lo scopriamo da Facebook
http://t.co/aFSTMFldrN
— ɐupɹǝɐ ʇɐɯqnɹǝllı (@AndreaTamburell) 15 Novembre 2014
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