Ello è il nuovo social network incazzato contro gli altri social network.
Se non incazzato quantomeno indispettito, e non ha tutti i torti.
Come scrive il co-fondatore Paul Budnitz sul manifesto, il progetto Ello parte dalla necessità di avere a disposizione uno strumento efficace come i social, ma al contrario della maggior parte di questi, non di proprietà degli inserzionisti.
Ogni post che condividi, ogni amicizia che stringi, ogni link che segui viene tracciato, registrato e convertito in dati che gli inserzionisti comprano per mostrarti più pubblicità.
TU sei il prodotto comprato e venduto (e di sti soldi non vedi manco n’euro).
A mio parere, non hanno tutti i torti.
In un’ intervista rilasciata a BetaBeat, Budnitz racconta che sentendosi stanchi di essere manipolati ed ingannati da società che in realtà non hanno per nulla a cuore gli interessi degli utenti, lui e i suoi partners (altri sei artisti e programmatori) hanno deciso di creare Ello, all’inizio come piattaforma privata, invitando solo altri 100 amici tra designers e artisti.
Dopo poco tempo molte persone hanno iniziato a richiedere di poter usare il social e, non potendo il server del sito reggere un tale traffico, ne hanno creato una versione pubblica.
Ma può un social network funzionare senza pubblicità?
I fondatori ammettono che anche Facebook, Twitter, Instagram, Tumblr e Google+ in principio non avevano pubblicità sul sito.
Purtroppo però, nessuna spiegazione concreta su come ottenere un flusso d’entrata è stata fornita, tranne quella di dare agli utenti la possibilità di pagare il servizio.
Budnitz afferma a Motherboard: “Siamo stati ispirati dal modo in cui i Radiohead hanno lanciato l’album In Rainbows, in free download con la politica del paga quanto pensi sia giusto”.
Per adesso è disponibile la versione Beta e l’iscrizione è possibile solo su invito (non è un’esclusività fine a sé stessa, se non potete ricevere un invito personale da un amico già iscritto è sufficiente inviare una mail di richiesta).
Ello è anche molto attento al design, infatti è possibile compiere le stesse operazioni di Facebook o Twitter (post pubblici, condivisione di link, messaggi privati) ma attraverso un’interfaccia ordinata, intuitiva e veloce.
Per adesso sembra essersi aggiudicato i primi fans nella comunità LGBT americana, con una migrazione consistente verso il nuovo social. Forse anche a causa della politica di denominazione di Facebook, che insiste affinchè tutti usino il proprio nome legale, causando così un certo disappunto all’interno della comunità, specialmente transessuali, si capisce.
Per adesso sembra essersi aggiudicato i primi fans nella comunità LGBT americana, con una migrazione consistente verso il nuovo social. Forse anche a causa della politica di denominazione di Facebook, che insiste affinchè tutti usino il proprio nome legale, causando così un certo disappunto all’interno della comunità, specialmente transessuali, si capisce.
Se sei curioso e ti è venuta voglia di testare personalmente la novità, puoi inoltrare la tua richiesta da questo link
Io l'ho fatto!!
Nessun commento:
Posta un commento