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mercoledì 24 settembre 2014

La mia opinione su Gianni Morandi ed i social


Nell’epoca del cinismo social, della provocazione obbligatoria e dell’accanimento godereccio, la normalità è un fatto assai raro. 
La narrazione del presente è affidata spesso a gente che fa ironia, satira da quattro soldi e storytelling di bassa qualità, sembra sia necessario essere straordinari ad ogni costo.
Del resto, più si è cattivi, spietati, impietosi più si aprono le strade della notorietà: è questo il meccanismo che funziona sui social network, oppure vale anche l'inverso: più si è simpatici, più si ostenta e più si è "personaggio" più mosche si attraggono. 


Carta Moschicida mediatica.
Raccontare i fatti del giorno, commentare le notizie più sugose ed affrontare le questioni più spinose. Siamo tutti  eroi dell’internet, spesso personaggi improvvisati e  costruiti intorno alla retorica spicciola dell’ostilità.
Eroi-crisalide destinati all’oblio e forse anche per questo costretti a giocarsi tutte le carte a disposizione nel tempo brevissimo, misurato in bytes della Rete e dei social.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: facebook e twitter sono stati presi in ostaggio dal savoir-faire piacione e paraculo delle star della cattiveria e dai loro cloni e dai cloni dei loro cloni. 


Ognuno sui social è una star fine a sè stessa e le star sono ormai alla portata di tutti.
In questa giostra del banale, dell'improvvistao in realtime e della stilettata metaforica c’è poco spazio per il linguaggio mediano, pacato e ragionevole.
Al contrario, tutto ciò che va in quella direzione viene risucchiato quasi subito nel vortice del politicamente scorrettissimo (bisogna essere superlativi perché la scorrettezza semplice non basta mica più) oppure in quello dell’indifferenza generale.
Questo teatrino non ha soltanto esasperato i toni della discussione pubblica e affermato il principio dell’homo homini like (l’uomo è un “mi piace” per l’uomo) ma ha anche svilito la capacità dell’arena social di raccontare la realtà.
Intendo dire  la possibilità di fare della virtualità un’appendice fondamentale, uno strumento per capirla meglio.
Contrariamente  è avvenuto l’esatto opposto: abbiamo gettato le cose della vita nel serbatoio delle chicchiere e ormai le distinguiamo a fatica dalle altre, quelle virtuali.
È forse anche per via di codesto “estremismo della condivisione” che sta silenziosamente montando la necessità di un linguaggio ordinario, di un’esposizione di sé più semplice e genuina.
Personalmente sono stufo della solfa provocatoria, dell'essere personaggio a tutti i costi (anche se hai zero amici o non ti muovi neppure di casa).
A mio avviso la testimonianza più eclatante di questa necessità sulla scena dei social network italiani è senza dubbio la pagina facebook di Gianni Morandi.


Sia chiaro: chiamarla pagina è riduttivo: si tratta piuttosto di un vero e proprio diario di bordo con una sincerità e genuinità disarmante e disinvolta normalità.
Morandi non è soltanto un famoso cantautore seguito da quasi un milione di utenti facebook, attraverso la sua pagina, Morandi è una sorta di personaggio mediatico che ci racconta ogni minimo dettaglio della sua giornata, ed ogni minimo dettaglio è spunto di likes, condivisioni e commenti, cosa che per nessun altro avviene...
A mio parere ha così successo perchè  ha dimostrato che un altro modo di esserci è possibile; perché ha ribaltato la concezione esibizionistica del mezzo; perché ha stabilito una regola semplice: qui soltanto cose belle ma vere, qui non c’è spazio per le cattive notizie (affermando così il principio della felicità pubblica e del dolore privato), qui non esistono filtri – risponde lui; neanche l’ombra di un social media manager.
Lui garantisce ma io ho i miei seri dubbi...passa troppo tempo nella piattaforma...
Sulla pagina facebook di Gianni Morandi si possono trovare scene di vita in formato selfie, piccole riflessioni sull’attualità politica, brevi racconti autobiografici.
Risponde sempre a chi gli scrive e la semplicità con cui si rivolge ai fans suona familiare, probabilmente perché rinuncia ai fronzoli, proprio come si farebbe con una persona di casa.
La distanza dall’altro mondo, quello della millantazione identitaria e del piacionismo, è abissale.
Ironicamente definisco Gianni Morandi un rivoluzionario: proprio quando tutto sembrava definitivamente perduto, proprio quando non si sentiva più parlare di lui, proprio quando la partita sembrava essersela aggiudicata il cinismo social, ha mostrato a tutti un’altra strada percorribile e ne ha tratto enorme vantaggio, anche in termini di personal branding. 


È esattamente questo – e non i suoi successi musicali passati e presenti – che fa di lui un grande personaggio facebook: la capacità di riabilitare la normalità.
E tu cosa ne pensi??

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