Da un po’ di tempo
noto con sgomento la proliferazione di corsi e coach che promettono miracoli
mediante il personal branding e l’utilizzo dei social media.
Dico sgomento perché essendo già due anni che lavoro su questa materia, prima studiando il mercato d’oltreoceano, dove il fenomeno è dilagato tra volti noti e meno noti e poi applicando le varie nozioni alla nostra realtà (perché non si può fare di tutta l’erba un fascio e noi italici siamo differenti dai nostri amici d’oltreoceano) e so per certo che il personal branding non è assolutamente una cosa miracolosa e non è adatto a qualunque persona, a qualunque professionista e qualsiasi realtà, ma soprattutto è uno strumento molto potente ma anche molto delicato.
Dico sgomento perché essendo già due anni che lavoro su questa materia, prima studiando il mercato d’oltreoceano, dove il fenomeno è dilagato tra volti noti e meno noti e poi applicando le varie nozioni alla nostra realtà (perché non si può fare di tutta l’erba un fascio e noi italici siamo differenti dai nostri amici d’oltreoceano) e so per certo che il personal branding non è assolutamente una cosa miracolosa e non è adatto a qualunque persona, a qualunque professionista e qualsiasi realtà, ma soprattutto è uno strumento molto potente ma anche molto delicato.
Mi spiego meglio.
La cosa anche se molto
appetibile è molto delicata perché fare personal branding non
è promuovere un sito, un blog o due profili social: si
tratta piuttosto di decidere prima come gestire tutta 'sta minestra, la propria
identità in un modo che sta diventando sempre più “social”.
Si tratta di
pianificare una strategia che comprende, come ultimo tassello, la promozione
stessa; quello che succede nel marketing mix, dove la comunicazione
(promotion) è l'ultimo passo.
Trasformare sé stessi in un brand e veicolare il contenuto significa posizionarsi in un mercato B&C con una propria identità e un monitoraggio costante del risultato: concetti ben espressi nei termini inglesi brand identity e brand reputation.
Trasformare sé stessi in un brand e veicolare il contenuto significa posizionarsi in un mercato B&C con una propria identità e un monitoraggio costante del risultato: concetti ben espressi nei termini inglesi brand identity e brand reputation.
Concetti che poco
hanno a che fare con un curriculum a cielo aperto.
Dunque come fare?
Il mio consiglio è quello di seguire step by step un piano marketing tradizionale - con un occhio al brand management - e di concentrarsi su cinque punti fondamentali:
quali sono i miei plus?
Quali sono i miei minus?
Qual è il mio
"pubblico" e di cosa ha bisogno?
Quel bisogno è già
stato soddisfatto, oppure no? E come?
Qual è la promessa che
voglio comunicare al mio pubblico?
Come penso di mantenere quella promessa nel
tempo? E perché?
Darsi un valore e pianificare come dev'essere percepito dal pubblico è un ottimo inizio. Inizio ho detto. C'è da capire che il personal branding non è fisso: siamo esseri umani che si modificano nel tempo; essere camaleontici non è un problema, basta saperlo fare con sistema.
Gli esperti di brand
management chiamerebbero il risultato brand equity =
promessa del marchio in termini di qualità/aspettativa che il target mette
nell'acquistare un prodotto. Cioè te.
Farsi riconoscere per ottenere riconoscenza è cosa buona e giusta.
Farsi riconoscere per ottenere riconoscenza è cosa buona e giusta.
Vendere sé stessi non è come
collocare sul mercato una scatola di biscotti sempre uguale.
Intendo dire che siamo
individui e quel mercato, oggi, è diventato "scambio" nel senso umano
del termine: interazione, coinvolgimento, conversione. In una parola:
comunicazione. Per quanto "pacco" tu ti possa giudicare, non puoi
fare a meno di comunicare; e gli altri rispondono di conseguenza
.
Costruire rapporti e fare
esperienza è il primo fine.
Espressione, tono e stile si
uniscono all'immagine coordinata per dare all'esterno un'idea precisa di te;
pianificazione strategica, chiarezza d'intenti e conoscenza dei mezzi sono
punti dello stesso "quadro".
Decidere come apparire per
riuscire a veicolare in modo coerente il contenuto "personale"
significa far risuonare la propria voce attraverso uno schermo: si può rivedere
nel tempo, cambiare, tornare alla base.
Il punto fermo rimane l'intento finale.
Il feedback è uno specchio sincero: monitorare quello che il pubblico percepisce di te, oggi, è più facile che mai: basta chiedere, osservare, conversare.
Non servono strumenti e software dedicati, anche se esistono: sappilo.
Sottovalutarsi, come anche sopra-, non è una buona mossa: le persone, come la verità, s'incontrano sempre nel MEZZO.
Con o senza maschera.
Il punto fermo rimane l'intento finale.
Il feedback è uno specchio sincero: monitorare quello che il pubblico percepisce di te, oggi, è più facile che mai: basta chiedere, osservare, conversare.
Non servono strumenti e software dedicati, anche se esistono: sappilo.
Sottovalutarsi, come anche sopra-, non è una buona mossa: le persone, come la verità, s'incontrano sempre nel MEZZO.
Con o senza maschera.
Il concetto di brand
identity riassume tutti gli elementi visivi che rendono un marchio
riconoscibile: che si tratti di foto, look, colore,
font, avatar poco cambia; dobbiamo esibire una maschera/persona nel
mercato/palcoscenico davanti a un pubblico che prima guarda, poi ascolta. Non
c'è nulla d'immorale: quella maschera ci permette di amplificare la nostra
personalità. Ricordi l'etimologia classica di "persona"? Ecco, il
primo politico che ha fatto uso di personal branding iconografico è anche
il primo imperatore di Roma: Augusto. E non è un caso che ancora oggi si parli
metaforicamente di "agone politico", altra espressione che riconduce
al teatro. L'antefatto storico è importante per capire che la
nostra immagine dev'essere chiara, coerente, coordinata e il più
possibile apprezzata. In una parola: credibile. Ovvio che se prima non
analizziamo bene noi stessi - dentro e fuori - sarà difficile convincere gli
altri a "marchiarsi" con i nostri obiettivi. Sorvoliamoci su per
guardarci dall'alto: il pubblico lo fa e non regala niente; il brand si
"vende" attraverso un prodotto/contenuto. Ricordiamocelo sempre
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