Ogni periodo storico ha un suo lessico,la comunicazione muta con
il cambiare del tempo e delle mode.
In questo clima i dubbi che proliferano, dobbiamo tenere sempre
presente l’incertezza e la sfiducia che ci
accompagnano quotidianamente con il risultato che i vecchi modelli non
rassicurano più e non resta che sperare nel cambiamento.
Con questo termine importanto si dentifica la fase di avviamento
di un’impresa e startupper altri non è che il visionario imprenditore, che
incurante della difficile quadratura dei mercati, della spietata competizione
globale e degli equilibri politici in evidente frizione, decide di prendere in
mano il suo futuro e tentare la fortuna.
Nell’immaginario collettivo quindi lo starupper è diventato
l’eroe che ci salverà, colui che aprirà nuovi scenari sostenibili e che
riavvieranno la macchina della ricchezza, che da qualche anno sembra essersi
inceppata.
Oggi nelle capitali della creatività se non sei uno startupper non sei nessuno, tutti hanno un progetto a cui dedicano le nottate, ogni visione è lecita e meritevole di una chance, i concorsi di pitching e le call for seeds si sprecano.
Se vi chiedete come sia possibile che in così poco tempo si sia
creato un fenomeno di tali dimensioni, la risposta va cercata in America.
Ancora la recessione non era che uno scenario apocalittico legato solo alla profezia dei Maya, dall’America alcuni imprenditori straordinari hanno iniziato a cambiare le regole del gioco dei mercati globali, pensiamo a Google, un’impero fondato su un’algoritmo e una pagina bianca con un logo mai uguale. Pensate ad Apple impresa nata in un settore considerato ad altissima competizione e dove le probabilità di affermarsi erano praticamente inesistenti, Pixar che ha scalzato Disney,… Queste imprese hanno riacceso la speranza nella gente, dimostrando che creare qualcosa di nuovo è possibile, anche in un mondo saturo come il nostro.
Più recentemente poi si è aperto un mercato completamente nuovo,
quello delle App mobile. I Web Developer di tutto il mondo sono quindi saliti
alla ribalta, casi emblematici come Angry Birds hanno reso il sogno
raggiungibile, diventare milionari partendo da un banale videogame.
L’investimento iniziale è così contenuto da rendere il sogno accessibile a
chiunque.
Ma in realtà le cose non stanno proprio così, la fortuna a volte
basta, ma sono davvero rari casi. Angry Birds, ad esempio, viene sviluppato dal
team di Roxio, una società finlandese fondata da 3 giovani, dopo 6 anni di
tentativi. Tra versioni gratuite e a pagamento conta più di 10 milioni di
download che generano le prime entrate affiancate alla pubblicità che riesce a
garantire grazie ai lunghi tempi di gioco, recentemente stimati intorno a 200
millioni di minuti in media al giorno per giocatore. Ma il vero boost è
arrivato quando Roxio ha iniziato a vendere le licenze di utilizzo dei
simpatici pollastri, che oggi vedono sviluppati e in progress una serie TV,
peluches, un parco divertimenti, merchandise ecc.
Rischi, investimenti, nottatet di insonnia, tentativi, porte che
sbattono in faccia e non demordere…
Startup oggi quindi non significa solo web, ma racchiude in una
parola tutta la voglia di rilancio e di cambiamento che a lungo non trovavano
espressione. Le grandi corporazioni ingessate hanno perso gran parte della loro
attrattiva, il consumismo sta scemando gradualmente e le persone vogliono
sempre più investire su loro stesse, sulle loro visioni e capacità. Magari
siamo dopo la rivoluzione industriale e quella digitale è arrivata la
rivoluzione personale.
Voi che ne pensate? Sentite oggi questa maggiore attenzione alla persona rispetto alle conoscenze tecniche? Questo clima possibilista e la ricerca di nuove visioni?
Voi che ne pensate? Sentite oggi questa maggiore attenzione alla persona rispetto alle conoscenze tecniche? Questo clima possibilista e la ricerca di nuove visioni?
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