A tuo parere quanto è importante comunicare?
E’ un bisogno fondamentale, senza la comunicazione non sapremmo come relazionarci con gli altri.
Oggi è diventata quasi una vera ossessione, siamo tutti presi a comunicare in qualche forma, che siano email, chiamate al cellulare che ormai è onnipresente nelle mani di tantissime persone spesso pronte a scriversi qualcosa.
E’ un bisogno fondamentale, senza la comunicazione non sapremmo come relazionarci con gli altri.
Oggi è diventata quasi una vera ossessione, siamo tutti presi a comunicare in qualche forma, che siano email, chiamate al cellulare che ormai è onnipresente nelle mani di tantissime persone spesso pronte a scriversi qualcosa.
Spesso, quando parlo con le persone, uno delle cose che gli sento dire
più spesso è che vorrebbero migliorare la loro comunicazione con il marito, i
figli, la fidanzata, con gli amici, insomma con qualcuno di significativo. Quasi
tutti vorrebbero comunicare meglio ma pochissimi sanno come comunicare davvero
in modo efficace. Sapere come comunicare in teoria è molto diverso dal sapere
effettivamente come farlo.
Non so a se a te sia mai successo… ma nella mia vita alcuni rapporti si
sono incrinati a causa di errori, a volte banali, che avevo compiuto mentre
comunicavo con qualcuno.
In questo capitolo molto importante, ti svelerò 10 regole che richiedono meno di 5 minuti per farti diventare subito un comunicatore più efficace.
Sono “trucchi” che ho imparato grazie al’esperienza, scontando sulla mia pelle gli errori compiuti nel relazionarmi agli altri.
1. Per prima cosa cercare di capire e comprendere l’altra persona,
invece di desiderare che sia lei a comprenderci per prima. Nel momento in cui
l’altro si sente compreso, allora cercherà di comprendere noi.
Forse ora stai pensando: “Ma caro Andrea, è ovvio no?”.
Si è ovvio ma quanti nonostante lo sappiano, lo fanno effettivamente?
Nessuno (o molto pochi)!!!
Per cui, se vuoi comprendere quello che l’altro sta dicendo, presupponi
che abbia ragione e chiedigli di aiutarti a vedere le cose dalla sua
prospettiva.
Sforzati di ascoltare realmente l’altro quando ti parla. Invece di pensare a come dire la tua subito dopo, ascolta se puoi.
Sforzati di ascoltare realmente l’altro quando ti parla. Invece di pensare a come dire la tua subito dopo, ascolta se puoi.
2. Idealmente dovresti ascoltare per l’80% del tempo e parlare solo per
il restante 20%.
Dopo una dichiarazione del genere qualcuno forse sarà un po’ contrariato…
Dopo una dichiarazione del genere qualcuno forse sarà un po’ contrariato…
“Ma come io voglio mettermi al centro dell’attenzione, parlare, essere
ascoltato, e tu invece mi dici di ascoltare io per primo?”
Il mio consiglio, che può essere anche un esercizio per verificare la
potenza di questo “segreto” è quello di provare
per una settimana e vedere cosa succede… rimarrai sorpreso, te lo
garantisco!
3. Mai interrompere chi parla per dire la tua!
Smetti di
interrompere l’altro quando
parla e lascialo parlare, e poi dopo che ha finito di parlare, prima di aprire
bocca lascia passare anche un minuto in silenzio per dargli la possibilità di
poter aggiungere qualcos’altro. Lascia
spazio all’altro.
Sai cosa noto spessissimo quando vedo altre persone parlare?
Che non fanno altro che interrompersi e parlarsi addosso.
Si nota che non si ascoltano l’un l’altro e non vedono l’ora di dire la loro!
Quando siamo dentro una discussione non ce ne accorgiamo, ma vista dell’esterno è proprio una situazione triste, è come una danza che invece di essere armonica, si interrompe continuamente.
Questo lo chiamo il fenomeno dell’urlare ai sordi. Due sordi si urlano addosso senza preoccuparsi di ascoltare l’altro. Se inizio a notare questa dinamica rimarrai sorpreso di scoprire che accade sia tra persone che si conoscono da tempo che da persone che si sono appena conosciute.
Che non fanno altro che interrompersi e parlarsi addosso.
Si nota che non si ascoltano l’un l’altro e non vedono l’ora di dire la loro!
Quando siamo dentro una discussione non ce ne accorgiamo, ma vista dell’esterno è proprio una situazione triste, è come una danza che invece di essere armonica, si interrompe continuamente.
Questo lo chiamo il fenomeno dell’urlare ai sordi. Due sordi si urlano addosso senza preoccuparsi di ascoltare l’altro. Se inizio a notare questa dinamica rimarrai sorpreso di scoprire che accade sia tra persone che si conoscono da tempo che da persone che si sono appena conosciute.
4. Evita di anticipare le parole che sta per dire anche se credi di
saperle, tienile per te.
Anche questo è un modo per
non interrompere l’altra persona.
E poi anticipandolo, anche se tu credi di aiutare l’altra persona a trovare una
parola, è come se gli dessi dicendo che non è abbastanza intelligente per
riuscire a farcela da sola.
Cito una frase molto colorita di Corrado Guzzanti: “Con internet puoi
comunicare con un aborigeno dall’altro lato del mondo! Si ok, aborigeno, ma io
te che cazzo se dovemo dì? “
5. Evita di completare i discorsi dell’altro.
Questa è la naturale conseguenza del punto precedente. La maggior parte delle
volte che mi sono trovato a completare i discorsi di un’altra persona convinto di sapere cosa stesse per dirmi, indovina? Mi
sono sbagliato! Spero che non farai anche tu il mio stesso errore, e lascia che
l’altro parli. Anche se pensi di sapere dove volgerà il suo discorso,
lasciaglielo dire ascoltandolo con attenzione: vedrai che molto spesso ciò che
avresti ritenuto un discorso scontato può rivelarsi una fonte di idee e di
concetti nuovi ed imprevisti, inoltre il
tuo interlocutore, in questo modo sentirà che le lasci il suo spazio senza invaderlo.
6. Evita di dare spiegazioni non richieste.
E’ un’abitudine snervante, perché l’altro potrebbe non essere realmente interessato a conoscerle, e poi così sembra che fai la vittima.
E’ un’abitudine snervante, perché l’altro potrebbe non essere realmente interessato a conoscerle, e poi così sembra che fai la vittima.
7. Smettila di comportarti come se l’altro fosse un imbecille solo
perché non condivide il tuo modo di “sentire”, pensare o ragionare.
Il punto di
vista dell’altro proprio
perché spesso è diverso dal nostro, può arricchirci.
E magari questo ci fa scoprire che l’altra persona è molto più intelligente di quanto credevamo. La comunicazione è efficace solo quando entrambe le persone hanno un interesse vivo e
attivo nell’essere in contatto e nel darsi attenzione a vicenda…
8. Evita di continuare a parlare
solo perché non hai finito di dire tutto quello che hai in mente di dire.
Spesso chi parla continua a farlo anche quando chi è ascolta non è più
in contatto con chi parla! Niente di più inutile.
Ho notato che questo fenomeno capita molto spesso ai relatori che non osservano la reazione del
pubblico ai propri discorsi: continuare un concetto a tutti i costi, ad
oltranza anche se l’altro sta esprimendo
chiaramente disattenzione è una forma di violenza: non ti è richiesto di terminare
un concetto che non risponde all’attenzione di chi ti sta ascoltando, ti è
chiesto di comunicare e di farti ascoltare ed un buon relatore è colui che è in
rado di esprimere dei concetti interessanti calamitando l’attenzione del
pubblico pertanto cerca sempre di osservare chi ti sta di fronte e che ti
ascolta e di valutare se il suo grado di interesse risponde a ciò che stai
dicendo, in caso contrario, estrai dalla manica il tuo jolly: inverti la marcia
e cambia discorso, magari l’attenzione del tuo interlocutore aumenterà
nuovamente.
9. Come abbiamo visto i precedenza, evita parole che hanno associazioni
negative.
Piuttosto che dire “Ti rubo solo un minuto”, oppure “Posso disturbarti un momento?”, prova invece a domandare: “Ciao, come stai? E’ un buon momento per te per…”. Termini come “rubare” e “disturbare” che si usano tanto nella comunicazione sia parlata che scritta, in realtà non sono molto utili.
Chi infatti vorrebbe farsi rubare qualcosa o essere disturbati (anche se solo per qualche minuto)?
Piuttosto che dire “Ti rubo solo un minuto”, oppure “Posso disturbarti un momento?”, prova invece a domandare: “Ciao, come stai? E’ un buon momento per te per…”. Termini come “rubare” e “disturbare” che si usano tanto nella comunicazione sia parlata che scritta, in realtà non sono molto utili.
Chi infatti vorrebbe farsi rubare qualcosa o essere disturbati (anche se solo per qualche minuto)?
10. Usa l’ascolto attivo. L’ascolto attivo non è semplicemente sentire
quello che l’altro ti sta dicendo e partecipare attivamente al dialogo,
ascoltando attentamente.
L’ascoltatore attivo è quello che prima di tutto sente le emozioni dell’altro presenti dietro alle sue parole.
L’ascoltatore attivo è quello che prima di tutto sente le emozioni dell’altro presenti dietro alle sue parole.
Per cogliere le emozioni dell’altro, mettiti in contatto con le tue.
Cosa senti interiormente quando l’altro ti parla? Cosa percepisci che l’altro
senta quando parli tu? Allenati a riconoscere sempre di più queste emozioni,
prova ad esempio a fermarti e dare un nome alle emozioni che provi durante il
giorno. Questo ti aiuterà a riconoscerle anche negli altri.
In conclusione ti invito a cercare di applicare uno di questi trucchi
alla settimana, per tutta la durata di quella settimana. Mettiti in gioco, è
una buona occasione per sperimentare e fare qualcosa di diverso. Se vedi dei
miglioramenti continua ad usare quella regola, se invece non noti nessun
cambiamento positivo… lasciala stare.
Inizia da subito, appena conclusa la lettura di quest’articolo, alla
prima occasione che hai di interagire con qualcuno, prova ad applicare la
regola numero 1. Quanto può fare la differenza nella tua comunicazione far
sentire all’altro che lo vuoi accogliere davvero il suo punto di vista?
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